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al testo di Marina Pacifici
Firenze
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Firenze ha sublime voce come il colle d'ulivi dove c'inerpicammo quella primavera io in silenzio e tu mi sorridevi nella carezza di luce della sera.
Firenze nel mattino ha sguardi lievi per stupirti in ogni stagione nel mistico raccoglimento delle pievi.
Firenze ha un sogno in bocciolo che ti attende a Santa Croce nel richiamo delle campane quando dell'Amore senti ancora la voce in sorprendente assolo.
Firenze ha grandi braccia per stringerti nell'emozione e un bacio d'allegria e di benvenuto che t'accoglie nel parlare schietto già alla stazione.
Firenze ha una canzone d'ironia dell'irresistibile sua gente, maestra di vita, quando cammini sul Lungarno le mani in tasca, senza pensieri e dell'antica ferita come in un sogno svanito non ricordi più niente e sei libero dai fantasmi di ieri.
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